Clitocybe nebularis (Batsch) P. Kumm
[=Lepista nebularis (Batsch) Harmaja]
Cappello: 60 – 120 ( 150 ) mm, convesso, con il margine involuto, grigio, più o meno scuro, ma non igrofano, feltrato e fibrilloso; cuticola sovente ricoperta da una pruina bianca evanescente.
Lamelle: da adnate a decorrenti, fitte, bere, fitte, biancastre con riflessi gialli a maturità.
Gambo: 15 – 50 x 100 mm, clavato, subconcolore al cappello, con fini fibrille longitudinali, e base ricoperta da un feltro miceliare bianco.
Carne: bianca, con forte odore aromatico, sgradevole, più accentuato nel fungo maturo, sapore dolciastro.
Habitat: ubiquitaria, in gruppi numerosi, in lunghe file, ed in cerchi delle streghe, nel substrato di residui vegetali morti; molto comune in autunno e fino alle soglie dell’inverno, sia sotto latifoglie che conifere.
Commestibilità :specie velenosa per consumo ripetuto, le tossine si accumulano nel corpo fino a provocare disturbi gastrointestinali e neurologici.
Note: per anni raccolto e consumato in tutta Italia, ma ormai la sua tossicità è stata ampiamente. Purtroppo viene ancora raccolto, sempre da meno gente per fortuna, anche se ormai il rischio è appurato. Conosciuti in alcune zone dei Castelli Romani con i nomi dialettali di “ Brignoli ” o “ Profumati ”. Può essere confuso con Entoloma sinuatum tossico.